Martin Lutero a Trento

Era ancora immerso nei suoi pensieri, quando vide venirgli incontro una vecchietta, una contadina che stava tornando a casa dopo il mercato.
Martin Lutero la fermò a chiederle informazioni: "Com’è, l’aria, a Trento?" gli chiese.
"Vi riferite al Concilio, vero?" rispose la donna "Una grande confusione, ve lo assicuro.
Preti dappertutto, carrozze, cavalli" "E sono arrivati tutti? Prelati? Cardinali? Imperatori?" "Questo non ve lo so dire.
Sono una povera donna, io. Abito a Meano e scendo in città con un pò di uova e di verdura.
Posso solo dirvi – proseguì la vecchia abbassando la voce – che la persona di cui tutti parlano, quel tedesco… Martin Lutero si chiama, no? Lui non s’è ancora fatto vedere! E fa bene a starsene lontano!" "E perché, poi?" replicò Lutero.
"Perché nella Chiesa di Santa Maria ho visto che stavano preparando un pentolone colmo d’olio e il necessario per accendere un grande fuoco. Quella sarà la fine di Lutero.
Non vorrei essere nei panni di quell’eretico.
Ma adesso vi devo salutare e grazie per il soldo, mi serviva proprio, visto che oggi non ho venduto nulla.
Martin Lutero rimase solo, con un sospiro guardò per l’ultima volta Trento, poi si girò e riprese il viaggio, questa volta verso settentrione. Fu così che, per merito o per colpa d’una vecchietta curiosa, i Padri conciliari non ebbero la possibilità di ascoltare quanto aveva da dire a sua discolpa il grande eretico tedesco.
 

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