Il Grand Tour e le origini del 3D

Il Grand Tour e le origini del 3D

Il Grand Tour e le origini del 3DNon è la solita mostra. E’ un duplice viaggio: nel tempo, perché ha luogo più di cento anni fa, tra il 1850 e il 1910. E nello spazio, attraverso l’Europa e il Mediterraneo, dai fiordi norvegesi alle piramidi dell’Antico Egitto, alla scoperta di un mondo che non esiste più, dove Istanbul si chiamava Costantinopoli e a Roma si poteva assistere alle esecuzioni capitali con ghigliottina. Ed è un viaggio straordinario, in 3D: tecnica oggi diffusa al cinema e in televisione, ma inventata nella seconda metà dell’800. Allora si chiamavano stereoscopie, ma l’effetto era lo stesso: “entrare” nelle immagini, quasi a toccare con mano cose e persone, sentendosi dentro a quel luogo, in quel preciso momento.

Il Polo Museale della Toscana e Munus, società concessionaria dei servizi museali che da anni porta avanti ad Arezzo un progetto di valorizzazione della Basilica di San Francesco / Affreschi di Piero della Francesca, del Museo Archeologico Gaio Cilnio Mecenate e del Museo di Casa Vasari, presentano, negli spazi espositivi di San Francesco e al Museo Archeologico, una esposizione dedicata al Grand Tour, quel favoloso, ormai mitologico, viaggio che i nostri avi intraprendevano, partendo da tutte le nazioni d’Europa, alla scoperta della storia, dell’arte e della cultura delle grandi capitali europee, dell’Italia e fino a Costantinopoli, a Gerusalemme e alle piramidi dell’Antico Egitto.

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