Un Palio sanguinoso

Il Palio di Siena del 1919 è rimasto celebre per la sua sanguinosa vigilia, caratterizzata dalla coltellata inferta al fantino Aldo Mantovani, detto Bubbolo, da un contradaiolo della Selva.
La vicenda di Bubbolo ebbe inizio in occasione della Carriera di Provenzano, quando il fantino, che aveva corso per la Selva, per colpa di una mancia piuttosto misera si inimicò il barbaresco della contrada – un certo Calvani -.
Al Palio dell’Assunta, Bubbolo preferì la Tartuca alla Selva, che dovette ripiegare sul fantino Randellone. Nel corso della provaccia Randellone – forse su indicazione della Selva, alla quale il rifiuto di Bubbolo non era andato giù – provocò il fantino avversario.
La provocazione scatenò una rissa che coinvolse non solo i due fantini ma anche tanti contradaioli. Così, per evitare ulteriori tumulti, le autorità cittadine decisero di squalificare sia Bubbolo che Randellone.
La squalifica non piacque a Bubbolo che, poco prima dell’ingresso del corteo storico in Piazza, si recò nella contrada della Selva, forse per avere un chiarimento con Randellone, forse per danneggiare il cavallo del rione. Arrivato a destinazione, si trovò di fronte un gruppo di selvaioli e la discussione degenerò in rissa.
Nel caos, l’ex barbaresco Calvani gli sferrò una coltellata, probabilmente per vendicarsi del torto subito nel luglio precedente. Mentre Bubbolo si trovava in ospedale in gravi condizioni, la Selva vinse il Palio con il fantino il Moro sul cavallo Stellina. Con il drappellone arrivarono in Vallepiatta anche i carabinieri, che arrestarono Calvani.
L’uomo rimase per qualche tempo in carcere: in seguito, tuttavia, gli fu riconosciuta l’attenuante della provocazione e – si racconta – molti anni dopo fu scagionato da un altro selvaiolo che in punto di morte si assunse la responsabilità dell’accaduto.
Bubbolo tornò a correre il Palio nel 1920, vinse altre due volte nel 1926 e nel 1931 e nel settembre 1928 tornò a vestire il giubbetto della Selva.
 

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