Un “fai da te” chirurgico a Macerata nel 1324

Nel quartiere S. Salvatore a Macerata, Francesco di Andriolo, sostituto notaio di camera al seguito del rettore della Marca, Amelio da Lautrec, ebbe una rissa con suo fratello Napoleone.
La rissa degenerò e Napoleone, dopo aver aggredito ed offeso il fratello, con un preciso colpo di spada gli amputò completamente il pollice della mano. Non ancora contento raccolse da terra il pollice e lo lanciò lontano una decina di metri.
Francesco cercò il dito e chiese alla gente di andare a prendere un ago con del filo.
Ottenutolo e ritrovato il dito, lo ricollocò al suo posto e mise due punti di sutura provvisori.
Tornato alla sua abitazione, prese di nuovo un ago e un fili di seta e completò l’opera con quaranta punti. Si rivolse al medico affinché lo curasse convenientemente.
Francesco, visto che la medicina e il medico consultato nulla potevano, tentò con i trattamenti spirituali.
Così fece un voto al frate Nicola da Tolentino, morto da pochi anni e amato nella zona, promettendo di portare una mano di cera, del peso di una libbra, a Tolentino presso la sua tomba, se questi lo avesse guarito.
Dopo quattro giorni il pollice era dessiccatus fino all’osso, cadde l’unghia e si gonfiò tutta la mano ed il braccio fino alla scapola.
Ma dopo quindici giorni era completamente guarito e l’anno successivo, Francesco, poté mostrare il suo pollice perfettamente funzionante e cicatrizzato ai giudici del tribunale, che dibattevano la causa per la beatificazione di frate Nicola.
Insomma o aveva funzionato l’autoinnesto o il voto a San Nicola …

 

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