Il pane di Natale

In Calabria un preparato benaugurale era il pane di Natale, dedicato al capo famiglia. La panificazione si effettuava in casa ed era occasione di festa.
Un tempo, anche il più misero panificava in quei giorni. Lo si evidenziava, dicendo che perfino i morti vi si impegnavano, levandosi dalle tombe: ‘A Pasqua ed a Natali si sùsin "i mùorti a far u pani" (A Pasqua ed a Natale si levano dalle tombe perfino i morti per panificare).
Sul pane, prima di infornarlo, si poneva una croce di pasta per la lunghezza del diametro. Altri vi poneva una delimitazione, anch’essa di pasta, lungo l’orlo.
Altri ancora modellava, nella parte superiore (faccia), fiori, foglie, uccelli, due mani che si stringono – evidente simbolo della solidarietà -, un pupazzetto, simboleggiante il Bambino.
I "natalisi" venivano "annumàti", se ne designava cioè l’appartenenza ai singoli componenti della famiglia, per trarne presagio.
La bontà della lievitazione e della cottura del pane faceva trarre, infatti, più o meno buoni auspici per la famiglia ed i singoli componenti.
 

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